NATALE A SATURNIA

Un Natale insolito, questo del 2023. 

E non perché le temperature ricordino più il lunedì di Pasquetta che il 25 dicembre, anche se in effetti è una cosa alquanto strana. È un insolito Natale, forse nemmeno perché non ho passato la Vigilia a spadellare e pulire casa in attesa degli ospiti. Non è la prima volta che Michele e io ci neghiamo i festeggiamenti familiari.

Eppure quest' anno lo abbiamo fatto in grande stile: siamo proprio fuggiti.
Via da tutto e da tutti.
Un insolito Natale on the Road.
La bellezza e la fortuna di condividere la mia vita con quest' uomo sta nel potere terapeutico, oserei dire quasi taumaturgico che la nostra relazione, da sempre, esercita su ognuno di noi. Una delle prime cose che Michi mi disse agli albori della nostra storia fu: Non so cosa ci sarà tra noi, dove andremo a finire, ma sento che ci faremo del gran bene.
Così è stato da sempre e così, giorno dopo giorno, si perpetua la guarigione reciproca.
Guarire, per la mia esperienza, non ha nulla a che vedere con il miracoloso, quanto piuttosto con la consapevolezza. E si sa, rendersi pienamente conto vuol dire soffrire. E non poco. È fare i conti con la parte ferita di noi, coi suoi traumi e le continue cadute nello stomaco dei mostri emotivi.
Guarire è fare quattro passi in avanti e ricapitombolare chilometri indietro. E poi rialzarsi e cominciare di nuovo ad avanzare. Costantemente.
E così, questo Natale sono alle prese con una guarigione profonda.
Merito tutta questa bellezza.
Non devo sentirmi in colpa a goderne. (guarire non è facile, lo so..un giorno arriverò a levare il dovere e appieno gioirò di tutto).
Devo questa nuova visione della vita in primis a me stessa. Perché la bambina che ero e che ancora si affaccia merita di crescere nella bellezza e nella capacità di apprezzare la vita.
La devo ai miei figli, perché, a differenza mia, crescano con un respiro libero e non zavorrato dalle mie influenze.
La devo alla Vita stessa perché merita gratitudine. La devo a chi mi sopporta e supporta ogni giorno.

Un caldo insolito e inaspettato ci sorprende al nostro risveglio.
Dopo una meravigliosa colazione col buonissimo panettone Pariani (sempre una garanzia) ci prepariamo per fare un'immersione nelle acque sulfuree delle terme di Saturnia alle cascate del Mulino. L'aria quasi calda rende piacevole anche la permanenza fuori dall'acqua. Rimaniamo immersi a goderci il tepore dell'acqua che rinfranca e del sole che ci scalda il viso.

Verso l'ora di pranzo ritorniamo all'area sosta e ci mangiamo le mani per aver lasciato a casa tavolo e sedie "perché inutile portarsi dietro un peso, tanto siamo in inverno!"


PRIMA LEZIONE DA CAMPERISTI IN ERBA APPRESA: AVERE SEMPRE CON SE' TAVOLO E SEDIE DA ESTERNO!


Mesti, mesti apparecchiamo la nostra tavola natalizia, mentre Alessio e Michele cucinano risotto speck e pistacchio. Ottimo piatto.

Nel tardo pomeriggio decidiamo di tornare alle terme per un'esperienza al buio. Il sole è calato e con lui le temperature, almeno per i miei gusti. Svestirsi e rimanere in costume comporta un atto di coraggio, ma la ricompensa, una volta entrati in acqua, è decisamente apprezzata.
Le terme sono illuminate dalla bellissima luna piena che splende sopra le nostre teste.
Non vorremmo più uscire. L'idea di abbandonare quel tepore per rivestirmi sotto un'arietta frescolina non mi garba, ma Mirtilla ci attende al Glen e mi faccio forza.
Per la prima volta arrivo alla cena del giorno di Natale con un certo languorino. Cenetta in camper e una bella dormita ci preparano ad affrontare meglio la prossima giornata.



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