SIENA



29 dicembre, destinazione Siena.

Parcheggiamo appena fuori Siena, in un'area a circa dieci minuti a piedi dalla stazione dove, all'interno di un complesso commerciale, si trova la scala mobile che ci porta nel centro cittadino. 


 

 Prima tappa:Bar Impero. 

Ho dimenticato di dirvi che l'adolescente sta svolgendo un compito scolastico per "Sala bar e vendita", ovvero deve entrare in 10 bar/caffetterie e verificare dove viene utilizzato il pennellino per pulire il filtro della macchinetta prima della preparazione del caffè. Ormai siamo rassegnati al fatto che nessuno lo utilizza, solamente in un bar abbiamo visto un pennello sul bancone, utilizzato però per pulire il piano lavoro dalla polvere di caffè. È quindi con estrema sorpresa che ammiriamo la barista armeggiare con un pennello e pulire il filtro! Le facciamo i complimenti e lei si stupisce che altrove non venga rispettata questa pratica per lei abituale.

Siena ci attende e ci addentriamo nelle mura. Il borgo si presenta in tutta la sua bellezza, non deludendo le aspettative. Ammetto di essere partita con una certa diffidenza, temendo che la cittadina non potesse reggere il confronto con la sua presunta fama e bellezza. Quando poi, dopo aver percorso alcune stradine veramente caratteristiche, giungiamo in Piazza del Campo, è un crescendo di meraviglia. La famosa piazza che ospita il Palio ci lascia a bocca aperta. Ovunque ci si giri e la si guardi vi è uno scorcio caratteristico, intriso di bellezza. Michele ne è estasiato e si perde ad ammirarne anche l'architettura. Io invece mantengo sempre il mio sguardo emozionale e mi lascio invadere dalla storia della gente che la attraversa. Mi affascina osservare le persone, il loro modo di approcciarsi alla bellezza, origliare i discorsi, carpire storie e vite vissute. La cosa che più mi sorprende è vedere la gente seduta a terra mangiare panini, proprio come amo fare, spesso non tollerato in alcune città.  Ci intrufoliamo in una delle vie laterali della piazza e scoviamo due piccoli negozietti dove io prendo un trancio di pizza, e Michele e Alessio due schiacciate con finocchiona, pomodori secchi e melanzane(Michi) e mortadella, pomodori secchi con crema di pistacchio(l'adolescente). Ci sediamo ovviamente a terra, al centro della piazza e gustiamo il nostro meritato pranzetto. 

Dopo pranzo sento il bisogno di nutrire un po' la mente e, in astinenza da carta stampata, faccio un salto in libreria. Mi basta toccare i libri, sfogliare le pagine, annusare il profumo della carta e già mi sento in pace con il mondo. Una piccola sosta che mi rinfranca, o come direbbe la mia amica siciliana, "ne esco arricriata."

Tappa al Duomo che si staglia in tutta la sua bellezza tra i vicoli e le stradine affollate. Ci soffermiamo a guardare la sua facciata. Ma desistiamo dall'entrare perché il costo del biglietto non è certo un invito alla cultura. Rimaniamo molto perplessi dal costo molto alto per ogni attrazione culturale che la regione Toscana offre. Mi metto nei panni delle famiglie con due o tre figli, e trovo assolutamente ingiusto precludere le visite a chi non può permettersele. Sembra voler tenere la cultura per classi elitarie o per stranieri avvantaggiati dal cambio monetario. 









Visitare Siena senza avvicinarsi ad una delle donne più famose del passato sarebbe un grave errore. Così decidiamo di seguire le tracce di Santa Caterina e immergerci nella sua vita.

Visitiamo la casa-Santuario di Caterina, nella contrada dell'Oca, dove la famiglia Benincasa viveva con la Santa. 

https://santacaterina.siena.it/santuario-casa-di-santa-caterina/

Rimaniamo affascinati dall'Oratorio della cucina, la sala che un tempo era abitata dalla famiglia Benincasa e dove si possono ammirare i resti dell'antico focolare dentro cui, in preda ad una delle sue visioni mistiche, la santa cadde tra le fiamme e ne uscì illesa. Circa un secolo dopo la sua morte, l'Oratorio venne scelto come luogo di riunione per la Confraternita a lei intitolata, e nel '500 iniziarono i lavori di abbellimento della stanza, in particolar modo il soffitto a cassettoni blu e oro. Le pareti sono ornate di tele che rappresentano la vita di Caterina, episodi tratti dalla Legenda Major di Raimondo da Capua.  


Ci allontaniamo dalla Casa-Santuario con l'adolescente in modalità oppositiva, e quindi faticosamente riusciamo a gustarci la visita in totale tranquillità. Non so se abbiate mai avuto il piacere di fare un viaggio culturale con un adolescente poco interessato all'itinerario. Vi lascio immaginare la nostra fatica nel districarci tra i vari "mi avete rovinato le vacanze", "il peggior Natale della mia vita" uniti a qualche sprazzo di gioia di quando in quando:"che delizia la schiacciata, mmmmm questa finocchiona è uno spettacolo!" 

Comunque sia, non ci facciamo fermare dalle lamentele e lasciamo il fanciullo fuori dalla Chiesa tra i suoi pensieri meditabondi ed entriamo nella Basilica  di San Domenico dove ci soffermiamo a guardare la teca delle reliquie, con il pollice di Santa Caterina. 

https://santacaterina.siena.it/basilica-di-san-domenico/


Accanto alla Teca delle reliquie si trova la Cappella della Santa, costruita nel 1466 per conservare e custodire la sacra testa di Caterina.

Lasciamo Siena e prima di tornare da Glen e Mirtilla ci fermiamo a fare la spesa. L'adolescente questa sera cucinerà pici all’aglione. Con l’acquolina in bocca spostiamo il mezzo a Monteriggioni dove finalmente ci attende una doccia calda! 

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