TRANI

A volte si viaggia senza Mirtilla. E senza Glen. In realtà, in questa occasione, anche senza Michele. Sola? No, no...in viaggio con l'adolescente, destinazione  Puglia. 

Grazie alla pausa per il Carnevale, Ale e io decidiamo di regalarci due giorni a Trani. O meglio, il regalo è per l'adolescente, poi di rimando si rivela un dono pure per me.  La partenza è traumatica: sveglia alle 3.30, per la gioia di Michi che ci deve accompagnare a Malpensa. Che poi, pensandoci bene, non è nemmeno un viaggio totalmente senza camper, perchè il malcapitato autista decide di accendere la nostra casetta a quattro ruote per poi tornare a dormire nel parcheggio del lavoro, una volta scaricati i due turisti, cioè noi.  Il viaggio è tranquillo. Mi piace volare. L'adolescente è qualche fila dietro di me e ne approfitto per finire il libro On writing del maestro King, tra un pisolino e l'altro.  Ad attenderci all'aeroporto di Bari c'è Rosa che non finiremo mai di ringraziare per la sua ospitalità e premura durante questi due giorni pugliesi.

Per strada troviamo un po' di traffico, ma ne approfittiamo per chiacchierare e goderci il panorama. Trani ci attende con il sole e il mare, con il sorriso di Federica, la dolcezza di nonna Antonia e Massimo e l'esuberanza travolgente di Jerry.

La nostra prima tappa è il Castello svevo. 


https://cultura.gov.it/luogo/castello-svevo-di-trani

Visitare un castello è per me sempre un momento catartico. Mi piace immergermi nella storia di quel luogo, conoscere aneddoti e curiosità. Sotto la guida paziente del personale del museo, in particolar modo di Rosalba, il luogo si riveste di fascino e la mia immaginazione vola. Il Castello di Trani non fu costruito come dimora abitativa, ma venne eretto a protezione del Regno di Sicilia. Nella mia mente si affolla una schiera di cavalieri, soldati e prigionieri. Viaggiamo nel tempo e percorriamo le stanze della fortezza dal 1200 ai giorni nostri. 

Il castello di Trani non fu mai espugnato grazie al sistema di difesa studiato e fatto realizzare da Federico II di Svevia. Quando un nemico entrava nel cortile principale veniva attratto da una porta aperta che aveva un cancello a scorrimento dall'alto. Nell' attimo in cui un nemico varcava la soglia, i soldati a guardia della fortezza lasciavano libere le catene per calare le inferriate. Con grande sorpresa i nemici di Federico si trovavano chiusi tra due cancelli , dato che all'interno della struttura c'era un secondo ingresso, questa volta chiuso con un portone a due battenti. A quel punto dall'alto venivano calati litri di olio bollente e scoccate frecce sui malcapitati. 



Nel XVI secolo, con l’avvento delle armi da fuoco, il castello viene adeguato alle nuove tecniche difensive e le mura del corridoio interno vengono riempite formando un terrapieno di 8 metri, molto difficile da abbattere e resistente ai contraccolpi dei cannoni. Nell’Ottocento è oggetto di nuovi lavori di restauro, diventando carcere fino al 31 dicembre 1974.

Il Castello, al secondo piano delle casematte, ospita "La collezione della Regina Margherita da Napoli a Trani". Mi piace immergermi nella visione dei quadri esposti, ma rimango completamente senza parole alla vista di questo quadro...che rappresenta Pescarenico (Lecco), mio luogo nativo. Andare in Puglia e trovarti faccia faccia con il borgo dei pescatori narrato ne' I promessi sposi è una coincidenza che mi lascia piacevolmente stupita. 











Bella è la passeggiata sul camminamento delle mura. Il panorama è mozzafiato e penso a quanto sia bello fare un lavoro che si ama, in un luogo coì splendido. 


Vista mare dalle mura del Castello Svevo. 



Con  Jerry che ci fa da cicerone andiamo a visitare la Cattedrale di Trani, anch'essa affacciata sul mare. 














Camminiamo sul lungo mare attraversando il parco della Villa comunale, accompagnati del canto dei numerosi uccelli e pappagalli che popolano la zona. 

















Ma la Puglia è anche CIBO ... buon cibo... tanto cibo. 



 

Lo splendore di questo piatto, una foto non lo può descrivere. Sento ancora il profumo del porto dove abbiamo preso le cicale, quello delle cozze e della pasta.

Ma poteva forse mancare RISO, PATATE e COZZE? Con tanto di scuola di cucina dove ho appreso i trucchi e i segreti di un piatto che sicuramente proverò a fare. 









E come se non bastasse... poteva forse questo piatto essere cotto in un banalissimo forno casalingo? No di certo! Per un piatto regale occorre un forno regale... ed eccoci allora al formo comune di Trani. 

Qui la gente porta i propri piatti e  li affida alla supervisione di Franchino, il custode del fuoco. Da una cinquantina d'anni lavora nell'ultimo forno comunitario rimasto in città. Rosa porta spesso qui le teglie di pasta, riso e cozze, focacce e altri manicaretti, e come lei sono ancora parecchi i tranesi che non si arrendono alla modernità e mantengono vive le tradizioni. 








Molte sarebbero ancora le meraviglie da visitare in questa bellissima città, ma il nostro biglietto di ritorno  è già stato acquistato e a  malincuore, dopo due giorni in cui siamo stati viziati e coccolati, torniamo a casa dove ci attende una Busto Arsizio coloratissima e in festa per il Carnevale.

























































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