Di te...


Di te ho solo questo pupazzo; cerchi di feltro colorato impilati uno sull’altro fino a formare un clown. E ricordi, sfocati ricordi, che non so più se siano reali o figli della mia mente.
Di te ho nelle orecchie il rumore della tosse e di uno sputo nel fazzoletto. E una voce profonda come il vuoto che hai lasciato.
Di te ho l’oscillazione del ponte che traballava sotto la suola sbattuta sul ferro. E lo spazio tra i nostri piedi e l’Adda che andava a infrangersi contro la diga.
Di te ho uno scatto di rabbia e quella frase rivolta al treno. E mia sorella coi suoi biondi codini che mi teneva la mano.
Di te ho la mollica di pane bagnata dal sudore, modellata dalle tue dita, che fioriva a ogni fine pasto. E una vetrina di rose lasciateci in dono, fino alla fine.
Di te ho le vette delle montagne, dipinte a china e a carboncino. E l’anelito di cime innevate e silenzi.
Di te ho i cori alpini e la melodia che sale. E il profumo di boschi e di funghi.
Di te ho le finestre chiuse a Natale e la luce in casa. E un ramo secco pieno di caramelle colorate che non potevamo toccare prima del 25 dicembre.
Di te ho il risotto giallo con il cra cra. E la polenta calda nel latte freddo.
Di te ho una sedia girata al contrario e una televisione accesa. E documentari; e i film di don Camillo e Peppone.
Di te ho i libri rossi. E la Divina Commedia che leggevi seduto sulla sedia girata al contrario.
Di te ho i cestini di pigne. E i bastoni di legno intagliati.
Di te ho il profumo della salsa ad agosto. E le bottiglie scoppiate nel bidone, sotto le coperte, durante la bollitura.
Di te ho l’ultima curva, che non era mai l’ultima. E le camminate in salita (sulle spalle di Giulietta).
Di te ho un soffitto caduto. E notti insonni nel lettone fissando le crepe sui muri.
Di te ho una canna da pesca. E i cagnotti nella scatoletta rotonda e verde che tenevi in garage.
Di te ho un presepe vivente e un abito da pastorella. E l’ultimo Natale prima del tuo ricovero.
Di te ho un tavolo freddo, il tuo petto che sembrava muoversi ma tu te n’eri già andato. E una chiesa piena di gente.
Di te ho solo istantanee sbiadite.
E questo pupazzo colorato.

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